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sabato 16 marzo 2013

cefalù








È situato sulla costa siciliana settentrionale, a circa 70 km da Palermo, ai piedi di un promontorio roccioso. È uno dei maggiori centri balneari di tutta la provincia; nonostante le sue dimensioni, ogni anno attrae milioni di turisti provenienti da ogni parte della Sicilia e anche, in genere, da tutta l'Italia ed Europa. Nel periodo estivo la popolazione arriva anche a triplicarsi, rendendo affollate le principali piazze e le strade più importanti del paese. La cittadina, che fa parte del Parco delle Madonie, è inclusa nel club de I borghi più belli d'Italia, ossia un'esclusiva associazione di piccoli centri italiani che si distinguono tra l'altro per grande interesse artistico, culturale e storico, per l'armonia del tessuto urbano, vivibilità e servizi ai cittadini.



il clima :


Secondo la classificazione dei climi di Köppen, il clima di Cefalù appartiene al gruppo denominato Csa: clima temperato delle medie latitudini con la stagione estiva asciutta e calda ed inverno fresco e piovoso (clima mediterraneo). Le stagioni intermedie hanno temperature miti e gradevoli. L'estate è arida e calda, generalmente torrida e frequentemente ventilata grazie anche alla presenza delle brezze marine, in estate, specialmente in luglio ed agosto non è rara la presenza dello scirocco. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperaturamedia del mese più freddo, gennaio, si attesta a +12,0 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +26,8 °C .






la storia:



Tracce di frequentazione del sito risalgono all'epoca preistorica, in particolare in due grotte che si aprono sul lato settentrionale del promontorio su cui sorse la città. A un insediamento pre-ellenico si riferisce la cinta muraria di tipo megalitico, datata alla fine del V secolo a.C., che circonda l'attuale centro storico ed è in gran parte ancora conservata, e il contemporaneo "tempio di Diana", un santuario costituito da un edificio megalitico, coperto con lastroni di pietra di tipo dolmenico che ospita una precedente cisterna più antica (IX secolo a.C.).
Nel IV secolo a.C. i Greci diedero al centro indigeno il nome di Κεφαλοίδιον (Kefaloidion), dal grecoKefa o kefalé, ovvero "testa, capo"; riferito probabilmente al suo promontorio. Non è da escludere tuttavia la ripresa fonetica dall'aramaico (lingua cananaica strettamente affine al fenicio) Kephas (pietra, roccia), dunque sempre in riferimento al promontorio.
Nel 307 a.C. venne conquistata dai Siracusani e nel 254 a.C. dai Romani, che le diedero in latino il nome di Cephaloedium. La città ellenistico-romana ebbe una struttura urbanistica regolare, formata da strade secondarie confluenti sul principale asse viario e chiusa ad anello da una strada che segue il perimetro della cinta muraria.
Nel periodo del dominio bizantino l'abitato si trasferì dalla pianura sulla rocca e restano tracce di lavori di fortificazione di quest'epoca (muramerlate), oltre a chiesecaserme, cisterne per l'acqua e forni). La vecchia città non venne tuttavia del tutto abbandonata, come prova il recente rinvenimento di un edificio di culto cristiano, con pavimento in mosaico policromo risalente al VI secolo.
Nell'858, dopo un lungo assedio, venne conquistata dagli Arabi, che le diedero il nome di Gafludi, e fece parte dell'emirato di Palermo. Di questo periodo si hanno tuttavia notizie scarse e frammentarie e mancano anche testimonianze monumentali.
Nel 1063 fu conquistata dai Normanni di Ruggero I e, nel 1131, grazie a Ruggero II, fu rioccupato l'antico abitato sulla costa, rispettando la struttura urbana preesistente: a questo periodo risalgono parecchi dei monumenti cittadini, quali:
  • La chiesa di San Giorgio e il lavatoio di via Vittorio Emanuele
  • Il chiostro del duomo e il "Palazzo Maria" (sede trecentesca dell'allora Palazzo Comunale) sito in piazza del Duomo.
  • L'Osterio Magno sul corso Ruggero sede dei Ventimiglia a Cefalù.
Precisamente al 1131 è datata in particolare la basilica cattedrale.
Tra la metà del XIII secolo e il 1451 passò sotto il dominio di diversi feudatari e da ultimo divenne possedimento del vescovo di Cefalù.
La storia successiva di Cefalù si può assimilare a quella della Sicilia e del resto dell'Italia. Nel 1752 vi si iniziano a stabilire i consolati stranieri (FranciaDanimarcaOlandaNorvegia e Svezia) e la città diventa meta del Grand Tour. Durante il Risorgimento, vi venne fucilato, il 14 marzo 1857, il patriota Salvatore Spinuzza. Dopo lo sbarco di Giuseppe Garibaldi del gennaio 1861, la città proclamò la sua adesione al Regno d'Italia.
Oggi è una località marina e una meta turistica per le sue spiagge e le opere d'arte che conserva.




la basilica ( cattedrale):


Secondo la leggenda, il duomo ("basilica cattedrale") di Cefalù sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza.
Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi porfiretici che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II "approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo" e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il Profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.




il lavatoio medievale:
In via Vittorio Emanuele si trova il lavatoio pubblico conosciuto come "Lavatoio medioevale", presso il tardo-rinascimentalepalazzo Martino. Nel 1514 fu demolito e ricostruito in posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine e il fiume che scorreva a cielo aperto venne coperto nel XVII secolo. Nell'estate del 1991 sono stati ultimati i lavori di restauro.
Il lavatoio si presenta con una scalinata in pietra lavica che conduce ad una pavimentazione levigata dal tempo e ad una serie di vasche che si colmano con le acque che scorrono da ventidue bocche di ghisa (di cui quindici teste leonine) disposte lungo le pareti sovrastate da basse volte. Attraverso un piccolo antro, l'acqua raggiunge il mare. Nelle vasche sono evidenti gli appoggi che servivano per strofinare i panni


Antinna a mari


La Antinna a mari (o 'ntinna a mariantenna a mare) è un gioco tradizionale, che attira numerosi turisti, che si svolge a Cefalù, in Sicilia, durante il mese di agosto, in particolare nell'ultimo giorno dei festeggiamenti della festa del Santissimo Salvatore della Trasfigurazione, dedicata al patrono della città, il S.S. Salvatore.
Si tratta di una sorta di albero della cuccagna posto sul mare: un lungo tronco unto di sapone e sego viene sospeso quasi orizzontalmente sulle acque prospicienti il molo. Lo scopo della gara consiste nel cercare di raggiungere una bandierina posta all'estremità, appunto, della 'ntinna senza cadere in acqua. I partecipanti sono costretti ad innumerevoli tentativi (con conseguenti tuffi in acqua) prima di riuscire a raggiungere la bandiera.
Secondo la tradizione, possono partecipare soltanto i figli maschi dei pescatori.Sempre in Sicilia è possibile trovare lo stesso gioco nella stessa forma e quasi nello stesso periodo dell'anno anche nell'isola di Marettimo (isole Egadi).
Anche a Sciacca, in provincia di Agrigento, si svolge "L'antinna a mari" dal 27 al 29 giugno in occasione della festa di San Pietro, protettore dei pescatori.
Porto Empedocle si svolge nel mese di luglio, durante i festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine.
Per la ricorrenza dell'Ascensione la "'ntinna a mari" si svolge anche a Finale di Pollina, borgata a una decina di km da Cefalù.
Il giorno di Ferragosto ad Augusta, in provincia di Siracusa, si svolge una gara con decine di partecipanti e migliaia di spettatori nell'incantevole scenario del Golfo Xifonio, rinomata zona balneare della cittadina aretusea.
Anche a S. Agata di Militello si svolge la 'ntinna a mari e precisamente nella prima domenica di agosto, il giorno delle celebrazioni della festa di Maria Santissima del Mare sulle barche.
Sferracavallo, in provincia di Palermo il gioco si svolge verso la fine di Settembre, durante i festeggiamenti dei S.S. Cosma e Damiano, protettori dell'antica borgata marinara.
Anticamente anche a Santo Stefano di Camastra si svolgeva questo gioco.


l'ottava del corpus domini:

L'"ottava del Corpus Domini" corrisponde agli otto giorni del mese di giugno, da un giovedì al successivo giovedì, nei quali si celebrava la festa del Corpus Domini, con le processioni degli aderenti alle varie corporazioni che portavano i grandi stendardi custoditi all'interno della Cattedrale.
Le corporazioni riconosciute dalla città, che si alternavano nei giorni di festa erano:
  • "i mastri nichi": i giovani "mastri" delle varie categorie artigiane;
  • "i ucciera": ossia i macellai;
  • "i piscatura": i pescatori, un tempo considerato la forza economica della città;
  • "i viddani": i contadini, ai quali era affidata l'organizzazione dei carri allegorici ispirati alla vita dei campi e ai prodotti della terra, le primizie;
  • "i marinara di riviela": i marinai di velieri, che nonostante provenissero per la maggior parte dal ceto dei pescatori si distinguevano per la loro esperienza di navigazione;
  • parrini": i sacerdoti, che avevano un particolare riguardo sociale, oltre – s'intende – un certo rilievo economico;
  • "galantuomini": un ceto aristocratico che in Sicilia, come pure a Cefalù, assolveva un ruolo di primo piano;
  • "i mastri ranni": letteralmente i maestri grandi, ossia la maestranza per eccellenza, che si esprimeva perlopiù nel settore edile ed artigianale, specificatamente, nel settore dell'ebanisteria.
In occasione dell'ottava, ed esattamente la domenica si faceva la "frottola", termine con cui si intendeva non una poesia suscettibile d'essere musicata, ma la sfilata di carri allegorici lungo le vie del paese, con in testa un tamburo rullante costantemente. I carri rappresentano con i fiori, il "Santissimo Sacramento" e la vita contadina. Subito dopo il suonatore di tamburo ("tamburaro") vi sono "frotte" di bambini che portano i "cucciddati", pani a forma di ciambella realizzati con la farina del primo frumento dell'anno, che vengono appesi su dei bastoni, e i bambini gridano l'espressione augurale: "Viva ‘u pani". Anticamente, quando ogni strada aveva il nome di un santo, la "frottola" si fermava e venivano recitate delle nenie inneggianti alle virtù dei cristiani.

musei:
Il Mandralisca è un museo che si trova nell'omonima via. Il museo, oltre a conservare dipinti quattrocenteschi e altri reperti archeologici, conserva l'opera che ha contribuito a rendere famosa la città: il celeberrimo Ritratto d'ignoto marinaio, il dipinto di Antonello da Messina. Oltre a questi, vi si possono trovare una vasta collezione di monete antiche e un'importante collezione malacologica..





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