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giovedì 14 marzo 2013

MARSALA - TRAPANI


Marsala è un comune italiano di 80.083 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia.
È il primo comune della provincia di Trapani ed il quinto della Sicilia per popolazione.
Famosa per lo sbarco di Garibaldi e dei mille dell'11 Maggio 1860 e per la produzione dell'omonimo vino Marsala, per cui, dal 1987, è Città del Vino. Sorge sulle rovine dell'antica città punica di Lilibeo (Lilibeum in latino), dal cui nome deriva l'appellativo di lilibetani (oltre a quello dimarsalesi) per i suoi abitanti.Nel 397 a.C. la colonia fenicio-punica di Mozia, fiorita 8 secoli prima di Cristo sull'isola di San Pantaleo, a poche miglia dalla costa della Sicilia sud-occidentale, fu invasa e distrutta dal tiranno di Siracusa Dionisio I. I superstiti si rifugiarono sulla costa siciliana e fondarono un nuovo insediamento a cui diedero il nome di Lylibeo, ossia "la città che guarda la Lybia", perché, appunto, Lybia veniva chiamata allora tutta la costa settentrionale dell'Africa.
Lylibeo passò in mano ai romani nel 241 a.C. per divenire uno dei centri più importanti della Provincia siciliana: nucleo di scambi e commerci, sede del pretore e del questore, fu arricchita di ville ed edifici pubblici, tanto da meritarsi l'appellativo di splendidissima urbsdatole da Cicerone, questore tra il 76 e il 75 a.C.

Devastata dai Vandali all'inizio del V secolo d.C., fu annessa nel VI all'impero di Giustiniano e visse secoli bui, segnati dal disinteresse diBisanzio e dalle incursioni dei pirati. L'arrivo nell'VIII secolo degli arabo-berberi sotto il contiguo monte Granitola segnò anche la ripresa dei traffici commerciali e l'inizio della rinascita della città, che fu chiamata Marsa ʿAlī "Porto di ʿAlī" o, forse, Marsa ʿāliyy, "Porto Grande", data la grandezza dell'antico porto, sito presso Punta d'Alga, o anche Marsa Allāh, cioè "porto di Dio", donde poi il nome attuale. La crescita economica e demografica portò ad un importante sviluppo urbanistico, improntato al modello arabo.
A partire dalla fine dell'XI secolo si susseguirono le dominazioni normanna, sveva, angioina e aragonese. Sotto la dominazione della casa spagnola, Marsala poté godere di un periodo di sviluppo e benessere, grazie al porto e alla coltivazione del fertile entroterra. La città visse una nuova fase di espansione e divenne una delle più importanti piazzeforti siciliane. Ma l'interramento del grande porto di Punta d'Alga, disposta nel 1575 dall'imperatore Carlo Vper fermare le incursioni saracene, segnò la fine di questa fioritura[senza fonte].
Da questo momento bisogna aspettare due secoli per avere un'altra svolta nella storia della città. Alla fine del Settecento, fu ancora una volta un arrivo dal mare a cambiarne le sorti: l'approdo dell'inglese John Woodhouse che "inventò" il vino marsala. Il Woodhouse, infatti, ritenne di qualità eccellente il vino prodotto dai contadini locali, definito "in perpetuum", visto l'uso di rabboccare le botti in via di svuotamento con vino nuovo, sì da mantenerne inalterati i livelli. Caratterizzato da una naturale alta gradazione alcolica, il vino marsalese non era però adatto al trasporto: per ovviare al problema Woodhouse sperimentò con successo l'aggiunta di alcol di buona gradazione nel vino, garantendone in questo modo la stabilità. Egli ne avviò, quindi, l'esportazione annoverando in seguito, tra i suoi più illustri clienti, l'ammiraglio Nelson e la flotta britannica. Il vino così "inventato" da John Woodhouse fu quindi in grado di affrontare vittoriosamente, specialmente nella variante secca, il confronto col Madera e col Porto, ampiamente popolari tra i sudditi di Sua Maestà. Si deve ai Woodhouse l'esplosione dell'economia marsalese e la messa in opera con propri fondi di numerose opere infrastrutturali, tra cui il nuovo porto di Margitello, l'attuale porto di Marsala.

L'11 maggio 1860 avvenne lo sbarco di Giuseppe Garibaldi con i suoi Mille che da qui iniziò l'unificazione d'Italia.
Nella storia di Marsala vi è però anche un altro 11 maggio, un triste ricordo per la cittadinanza, quello del 1943: un bombardamento britannico sul centro abitato causò numerose vittime tra i civili e sfregiò perennemente il centro storico barocco della città. Proprio per il sacrificio di numerose vite umane a Marsala è valsa la medaglia d'oro al valor civile.


LA LEGGENDA DELLA SIBILLA:

La figura della sibilla veniva rappresentata con le vesti di una sacerdotessa con virtù profetiche. Particolarmente nota era la sibilla di Cuma, che in Sicilia fu identificata con la sibilla di Lilibeo (l’odierna Marsala). Riguardo la sibilla di Lilibeo, si narra che vivesse dentro una grotta dove si trovava un pozzo miracoloso, l’acqua del quale avrebbe reso un indovino chi l’avesse bevuta. Di questo pozzo parla anche Diodoro Siculo a proposito dello sbarco di Annibale a Lilibeo nel 409 a.c., il che attesta che questo luogo sacro fosse conosciuto ancora prima della fondazione della città. Questo fatto lascia intendere inoltre come il sito fosse in origine legato ad antiche pratiche rituali pagane, ovvero al culto di Apollo. A favorire la localizzazione della grotta della Sibilla a Lilibeo contribuì anche la circostanza per cui proprio in quei luoghi fosse appunto particolarmente sentito il culto di  Apollo, come dimostra lo stemma civico di Marsala che raffigura Apollo con la lira. La Sibilla era in sostanza la sacerdotessa del dio Apollo, il cui compito in vita era quello di mettere a conoscenza gli uomini degli oracoli del dio che ella proferiva in forma di vaticini. Questa similitudine della sibilla di Lilibeo con la figura leggendaria della sibilla di Cuma, e l’accostamento rituale con l’antico culto oracolare greco, testimonia come la sibilla di
Lilibeo fosse comparabile con la Pizia, sacerdotessa del tempo di Apollo a Delfi. La vera differenza tra le due mitiche figure era riscontrabile nel fatto che la Pizia fosse effettivamente una sacerdotessa in carne ed ossa, mentre  la sibilla di Marsala era una figura incorporea, identificabile in uno spirito presente nella grotta che si manifestava attraverso l’acqua del pozzo. La leggenda vuole, infatti, che la sibilla chiese ad Apollo di vivere tanti anni  quanti erano i granelli di sabbia che si potevano tenere in una mano, dimenticando però di chiedere al contempo di restar giovane, Apollo acconsentì al suo desiderio, ma a condizione che la sua giovinezza fosse il prezzo della sua verginità, la sibilla rifiutò, così il suo corpo col passare del tempo si fece sempre più scheletrico, fino a svanire del tutto, ma la sua presenza rimase sempre viva, come l’eco di una voce tonante. Con l’arrivo del  cristianesimo, il culto della sibilla non scomparve, ma si trasformò in quello di S.Giovanni. Sopra la grotta della sibilla, infatti, fu costruita nel 1576 la chiesa di S. Giovanni Battista ed una statua del santo fu posta dentro la  grotta su quella che forse era l’Ara di Apollo. La Sibilla offriva la conoscenza del futuro attraverso l’acqua del pozzo; San Giovanni invece offriva la conoscenza i Dio grazie al battesimo. Si dice che l’acqua del pozzo, normalmente salmastra, divenisse miracolosamente dolce e limpida e che addirittura risultasse salubre per i malati. Una leggenda legata alla teoria dell’origine siciliana del testo e dunque dei luoghi dell’Odissea omerica,  vuole che, proprio nell’antro della grotta della sibilla di Lilibeo, l’astuto Ulisse venne a rifocillare e ritemprare il suo stanco corpo. La sibilla veniva ricordata anche nel rito dello scutu (ascolto) che alcune donne facevano alla vigilia della festa di S.Giovanni.

SAN GIOVANNI E LA SUA FESTA:

I tradizionali giochi d'artificio della notte di San Giovanni verranno proposti quest'anno in una nuova veste. Per la 1^ volta, i giochi, che verranno fatti brillare   nella zona dell'ex Salato, si avvarranno dell'accompagnamento musicale. "Abbiamo deciso- specifica il Sindaco Carini -  di proporre quest'anno una nuova tipologia di giochi pirotecnici che oltre ad essere altamente spettacolari saranno assemblati alla musica. Un insieme di bagliori e note che siamo certi sarà di gradimento della collettività marsalese".  Prima dei giochi d'artificio (ore 22,30 circa) il programma dei festeggiamenti organizzati dall'Amministrazione Comunale e dalla Chiesa Madre prevedono la Santa messa nella Chiesa di San Giovanni (ore 18,30) e la processione (ore 20) con il seguente itinerario: Chiesa di San Giovanni, Lungomare, viale Isonzo, via Garaffa, via Garibaldi, via XI Maggio, piazza Matteotti, via Edoardo Alagna, via Mazzini, Porto (sosta),  via Dei Mille, piazza Mameli, via Sibilla, via Armando Diaz, via delle Sirene, via Scipione l'Africano, (sosta per i giochi d'artificio), lungomare rientro chiesa San Giovanni. Sempre domani, ma al mattino, dalle ore 9,30 alle 11,30 vi sarà l'esibizione della Banda Musicale per le vie della Città. Le altre messe della giornata in onore del Compatrono della Città saranno celebrate alle 8,30 - 10 ed 11,30 sempre nella Chiesa di San Giovanni Battista al Boeo. A curare i festeggiamenti che si avvalgono del patrocinio dell'Amministrazione Carini un gruppo di fedeli coordinati dall'arciprete Padre Ponte. 

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