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martedì 12 marzo 2013

Sant'Alfio il paese e la sua storia




SANT'ALFIO
è il suo tesoro 
naturale








Il Castagno dei "cento cavalli"
Il "Castagno dei cento cavalli", celebre per le sue dimensioni, si trova sulle pendici dell'Etna, nel territorio di Sant'Alfio. Si narra che, nel XVI secolo, Giovanna d'Aragona, sorpresa da un temporale mentre si stava recando a Napoli proveniente dalla Spagna, trovò riparo con tutto il seguito, composto di cento cavalieri, sotto le fronde del grande castagno.
Sebbene il tronco principale sia bruciato nel 1923, quel castagno appare ancora gigantesco: i suoi attuali quattro polloni hanno una circonferenza complessiva di 50 metri.


a oggi il castagno è visitato da molti turisti che vengono a sant'alfio per visitare l'incantevole castagno 



LA STORIA DI SANT'ALFIO E LE SUE ORIGINI...


Il centro storico del paese, segnato da vie anguste su cui si ergono i palazzi più importanti, mantiene pressoché inalterate le sue caratteristiche iniziali. Particolare è la facciata della Chiesa Madre, allestita interamente in pietra lavica. Inoltre la piazza Duomo è attorniata da diversi palazzi patrizi, tra i quali quello del Municipio, sito in via Vittorio Emanuele II. Da qui si giunge in via Monsignor Nicotra, che salendo diventa prima via Contarino e successivamente via delle Scuole. Su quest'ultima si apre infine via Armando Diaz dove è ubicata la chiesa del Calvario, piccola struttura risalente al 1878, data in cui furono realizzate le sue parti iniziali, allo scopo di avere un luogo di culto per le celebrazioni del Venerdì Santo; la costruzione venne seguita dai sacerdoti Domenico e Peppino Caltabiano. La chiesa si erge alla sommità di una collina di notevole interesse paesaggistico. Ad essa si può accedere per mezzo di una piccola scalinata in pietra lavica, che conduce direttamente all'ingresso e alle tre navate che compongono l'edificio sacro. Al suo interno esso offre vari altari in legno che testimoniano l'arte prodotta dagli artigiani di un tempo.
Continuando a salire è facile raggiungere il quartiere di Nucifori, il cui aspetto particolare è la copertura dell'asse viario con delle lastre prodotte in pietra lavica. Inoltre nel quartiere si trova un'altra piccola chiesa, denominata appunto chiesa di Nucifori; progettata nel 1957, la sua edificazione avvenne solo negli anni successivi. Le linee architettoniche che la caratterizzano sono essenziali. Al suo interno essa conserva il busto dellaMadonna di Tindari, alla quale gli abitanti sono particolarmente devoti; l'immagine viene festeggiata solennemente la prima domenica disettembre. Da Nucifori, proseguendo in direzione di via Fossa Politi, è possibile imbattersi in varie edicole votive, e raggiungere infine il Castagno dei Cento Cavalli. Nei pressi dell'albero è ormai tutta campagna, la cui coltivazione prevalente è quella della vite.


LA CHIESA E LA SUA STORIA:

L'origine del nome è legato alla tradizione religiosa. Tre fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino, furono, nel 253 d.C., deportati in Sicilia per essere qui martirizzati. Durante il loro viaggio verso Lentini, attraversando il luogo dove oggi sorge Sant'Alfio avvenne il cosiddetto "miracolo della trave": un improvviso vento si scatenò violento al loro passaggio, scagliando via la trave che portavano sulle spalle.
Il paese di Sant’Alfio dedica la prima domenica di maggio al festeggiamento dei suoi Santi Patroni: Alfio, Filadelfo e Cirino con intense cerimonie religiose. Queste hanno inizio sin dall'ultima domenica di aprile, denominata dai paesani la Domenica dell'entrata, a sottintendere l'entrata nel cuore dei festeggiamenti. A dare ufficialmente il via alle celebrazioni è uno spettacolo pirotecnico che con 100 spari alle ore 12:00 in punto annuncia l'evento alla cittadina. A partire da questo giorno le sere dei due Giovedì e i due Venerdì che precedono la festa vera e propria, si accende davanti alle case un piccolo falò chiamato dera , dal nome della legna resinosa che viene usata per accendere il fuoco stesso. I fuochi che si accendono durante la notte della dera ricordano appunto la notte in cui i tre fratelli attraversarono Sant'Alfio per recarsi a Lentini dove avrebbero subito le torture, sotto lo stupore e la curiosità dei paesani che cercavano di dare loro aiuto. A ricordare l'evento, contemporaneamente all'accensione dei falò nella cittadina, i santalfiesi mettono in scena la vita ed il martirio dei tre Santi. L'evento, che ogni anno attira devoti e curiosi da tutta la Sicilia, si svolge all'aperto e tutti possono prenderne parte. Il Sabato antecedente le celebrazioni avviene la cosiddetta sbarrata, ovvero l'esposizione sull'altare della Chiesa Madre delle statue dei patroni, le cui reliquie compiono la Domenica un giro dell'abitato, ossia una processione tra le vie del paese. Alle ore 15:00 iniziano i preparativi per scendere i simulacri dei Santi sul fercolo (Vara). Alle ore 16:00 la "Vara" si affaccia dalla porta centrale della chiesa dove è attesa da un suono festoso di campane da una sparatoria di bombe e da un coro spontaneo di fedeli che eseguirà l’inno dei Tre Santi, denominato "a Cantata". I festeggiamenti si concludono la domenica successiva, chiamata l' ottava, nel corso della quale i simulacri dei tre Santi vengono esposti nuovamente sull'altare della Chiesa Madre.




La chiesa del Calvario è una piccola struttura che risale al 1878, data in cui furono realizzate le sue parti iniziali, allo scopo di avere un luogo di culto per le celebrazioni del Venerdì Santo; la costruzione venne seguita dai sacerdoti Domenico e Peppino Caltabiano. La chiesa si erge alla sommità di una collina di notevole interesse paesaggistico. Ad essa si può accedere per mezzo di una piccola scalinata in pietra lavica, che conduce direttamente all'ingresso e alle tre navate che compongono l'edificio sacro. Al suo interno esso offre vari altari in legno che testimoniano l'arte prodotta dagli artigiani di un tempo.


La chiesa di Nucifori sorge nel quartiere Nucifori della città. Fu progettata nel 1957, ma la sua edificazione avvenne solo negli anni successivi. Le linee architettoniche che la caratterizzano sono essenziali. Al suo interno essa conserva il busto della Madonna di Tindari, alla quale gli abitanti sono particolarmente devoti; l'immagine viene festeggiata solennemente la prima domenica di settembre.




LA RICORRENZA DEL 3 NOVEMBRE :


La notte del 2 al 3 di novembre dell'anno 1928 si apre una bocca eruttiva a nord del rifugio Citelli, a quota 1850 circa; la lava che fuoriesce da essa, molto fluida e veloce, si incanala quasi subito nel torrente dei Magazzeni che attraversa da nord-est il paese di S.Alfio.
La colata lavica che minaccia il paese mette in allarme la gente. Coloro che hanno in pericolo immediato la proprietà accorrono subito a salvare il salvabile. Nel contèmpo, una gran folla accorre in Chiesa invocando l'aiuto di Dio e tre Santi patroni: Alfio, Filadelfo e Cirino. Viene esposto il SS. Sacramento. Mons. Nicotra, dalle balaustre della chiesa, parla ai fedeli dicendo, tra le parole di preghiera e conforto: "Ero venuto nel mio paese per chiudervi in pace i miei giorni; Signore, vi prego, prendetevi me ma lasciate il mio paese; non fate che io abbia ad assistere alla sua distruzione!" Subito dopo, malgrado le proibitive condizioni atmosferiche, parte una nutrita processione verso Magazzeni con le Sacre Reliquie recitando il rosario e le litanie dei Santi. La processione è guidata dai Sacerdoti: D. Venerando Coco, D. Giuseppe Caltabiano, D. Francesco Pelluzza; proprio quest'ultimo porta le reliquie dei Santi. Quando la processione giunge in contrada Finaita incomincia  a sentirsi un cupo rumore mentre la terra trema. Una folla di curiosi che è andata a vedere lo scorrere della lava impaurita ritorna indietro dicendo loro: "dove andate, tornate indietro si sta aprendo un'altra bocca!" Ma le persone che sono in processione, tra le preghiere e le lacrime, rispondono sempre più forte: "Abbiamo con noi i tre Santi e non abbiamo paura!" Si giunge così a Magazzeni, subito appare dinanzi a loro nel torrente, tra la foschia della nebbia e il lento piovigginare, la rossa corrente di lava che si avanza impietosa e minacciosa. I fedeli inginocchiati sul terreno bagnato gridano con cuore straziato: "Viva S.Alfio!" La lava fa qualche passo ancora e poi, dopo un rumoroso boato che fa tremare tutta la terra dintorno, si arresta. La notte successiva, nella Cerrita, a quota 1300 circa, si apre un'altra bocca eruttiva che, il 6 novembre, porta alla distruzione della già esistente Mascali. 
Nella ricorrenza del trentennio sul fronte estremo della lava che si è fermata è stata eretta una chiesetta. Santuario a perenne ricordo e il 3 di novembre di ogni anno la gente vi si reca in devoto 




CHIESETTA DI MAGAZZENI :


Chiesa
La Chiesetta Magazzeni situata a circa 6 km dal centro abitato di Sant'Alfio è stata eretta nel 1958 come sacro memoriale dello scampato pericolo del paese e delle campagne, dalla eruzione del 3 Novembre 1928.

Si ricorda che quel giorno, si aprì una bocca eruttiva la cui lava si incanalò nel torrente dei Magazzeni, che è poi quello che lambisce da nord-est il paese di Sant'Alfio. 

La lava che minacciava il paese mise la popolazione in allarme, tanto che coloro i quali avevano in pericolo la proprietà cercarono di salvare il salvabile. 
La folla accorse nella Chiesa Madre invocando l'aiuto di Dio e dei Santi Patroni.
Chiesa
Fu così che i più anziani rimasero nella Chiesa a pregare, mentre gli altri partirono in processione verso Magazzeni con le sacre Reliquie dei Santi. 
Quanti avevano visto il fuoco della lava esortavano la processione a tornare indietro dato l'incombente pericolo, ma il popolo rispondeva abbiamo con noi i tre Santi e non abbiamo paura.
Il popolo inginocchiato gridava e supplicava Viva Sant'Alfio, la lava fece ancora qualche passo avanti e poi si fermò. 
Il 4 Novembre nella notte si apriva a quota 1300 s.l. un'altra bocca la cui lava sommerse interamente il paese di Mascali, la coincidenza fra il fenomeno e le preghiere elevate a Dio per intercessione dei Santi, è stata interpretata come un fatto prodigioso



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